Hypercar – Da Vaccarella a Giovinazzi, gli italiani “re” di Le Mans
Maranello 7 Luglio 2023 - Un sogno provato sin da bambini, rinvigorito dal blasone di un evento che va oltre i limiti canonici del motorsport, diventando parte della storia. Vincere la 24 Ore di Le Mans è un’impresa che nel corso di cent’anni ha visto sei piloti italiani mettere la propria firma sul libro delle vittorie con Ferrari.

Luigi Chinetti, Lorenzo Bandini, Ludovico Scarfiotti, Nino Vaccarella salirono sul gradino più alto del podio al Circuit de la Sarthe tra il 1949 e il 1965, tagliando il traguardo per primi con il Cavallino Rampante. Una tradizione che quest’anno è stata arricchita grazie al risultato della 499P condotta alla bandiera a scacchi da Alessandro Pier Guidi, che ha condiviso con Antonio Giovinazzi (e James Calado) l’avventura del ritorno nella top class della Casa di Maranello.
Filo rosso. “Nei giorni successivi al trionfo di Le Mans ho pensato a quello che la Ferrari era riuscita a fare e ho preso consapevolezza di quanto il risultato sia stato straordinario. Ho sentito l’affetto di tanti tifosi, ricevendo centinaia di messaggi di congratulazioni” spiega Pier Guidi. “Sapere che il mio nome e quello di Alessandro è accostato a quello di grandi campioni del passato mi riempie d’orgoglio” gli fa eco Giovinazzi.
Vaccarella. Tra passato e presente esiste un filo rosso che unisce i ferraristi che si sono distinti nelle grandi classiche dell’endurance. A mantenere vivo questo legame contribuiscono alcuni riconoscimenti intitolati ai grandi campioni del passato. Tra questi il Premio alla memoria di Nino Vaccarella, il pilota palermitano scomparso nel 2021 che in una carriera densa di successi ottenne una memorabile vittoria alla 24 Ore francese nel 1964 (l’ultima vittoria di un italiano prima della stagione in corso), al volante della Ferrari 275 P, condivisa con Jean Guichet. “Era un pilota di gran carattere. Sembrava calmo e riservato, ma potevi percepire molto bene la passione per la sua nativa Sicilia” scriveva di lui Enzo Ferrari
Nel 2022 in occasione della prima edizione del premio “Nino Vaccarella”, la Targa di riconoscimento è stata assegnata ad Antonello Coletta, responsabile Ferrari Attività Sportive GT, e al presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani; la seconda edizione nel mese di febbraio 2023 ha visto il conferimento del premio “Uno di Noi” allo stesso Giovinazzi prossimo all’esordio nel FIA WEC con l’Hypercar numero 51.
Per il “Preside Volante”, come Vaccarella era noto agli appassionati (in virtù del lavoro di dirigente scolastico svolto in una scuola del capoluogo palermitano), non solo Le Mans fu teatro di grandi trionfi, ma anche il Nürburgring, dove il pilota ufficiale Ferrari vinse alla 24 Ore nello stesso anno con Ludovico Scarfiotti, e la Targa Florio, tre volte festeggiata – con Ferrari e Alfa Romeo – nel 1965, 1971 e 1975.
Bandini e Scarfiotti. Risalendo agli anni precedenti, il binomio Ferrari e Le Mans si rinsalda con ulteriori risultati entrati negli annali del motorsport. Correva l’anno 1963 quando una coppia tricolore, Bandini-Scarfiotti, faceva sventolare il vessillo d’Italia sul podio della Sarthe. “Regina” di quell’edizione della 24 Ore fu la 250 P, la prima vettura dotata di un motore in posizione centrale-posteriore (un 12 cilindri a “V” da 3 litri) a imporsi dopo aver completato 339 giri della corsa endurance, che in quell’anno festeggiava la 31ma edizione.
Chinetti. In un’epoca che segnava il ritorno alla normalità di milioni di cittadini europei, dopo i tristi anni della Seconda guerra mondiale, Ferrari debuttava nel 1949 a Le Mans, portando in trionfo la 166 MM con Luigi Chinetti. Un risultato assurto a impresa epica, con il pilota lombardo 47enne che rimase al volante – secondo le cronache dell’epoca – per circa 23 ore, lasciando al compagno Lord Selsdon una piccola porzione delle 235 tornate completate.