Ferrari

WEC – Serra e i segreti del Tempio della Velocità

Maranello, 15 luglio 2021 – Si scrive Autodromo Nazionale di Monza, si legge velocità. Dei circuiti “classici” Monza è quello che permette di raggiungere una tra le medie sul giro più elevate, grazie a lunghi rettilinei intervallati da tre varianti – prima, Roggia e Ascari – e tre curve, le due di Lesmo e la Parabolica. Una pista che, per la prima volta, ospiterà il mondiale endurance e che scopriamo grazie a Daniel Serra, pilota ufficiale di Ferrari Competizioni GT che sarà impegnato al volante della 488 GTE numero 52 di AF Corse.


“Monza è una pista molto speciale”, esordisce il brasiliano, “soprattutto perché è la nostra pista di casa. Dal punto di vista del pilotaggio, non bisogna commettere errori perché pesano tantissimo sul tempo finale”.

La prima insidia è rappresentata dalla prima variante che, offre difficoltà diverse a seconda della fase di gara che si sta attraversando. “Si affronta la prima chicane dopo il rettilineo raggiungendo la velocità massima e pertanto la frenata è alquanto violenta. Dal punto più veloce, infatti, si passa a quello più lento dell’intero tracciato. È molto importante uscire bene perché ci attende un lungo tratto fino alla variante della Roggia, un ottimo punto per superare”. Anche la prima Variante, in ogni caso, è spesso teatro di sorpassi ed è uno dei segmenti dove in partenza non è raro rimanere coinvolti in contatti o incidenti in grado di compromettere la corsa.

Una delle curve preferite dai piloti è la Lesmo 2. “È una piega molto difficile”, spiega Serra, “perché se si è troppo aggressivi si perde tempo in uscita, pertanto bisogna avere pazienza in fase di ingresso e avere la traiettoria giusta per trovare la velocità nel tratto che precede Ascari”.

Uno dei punti più amati dai tifosi, che da questa gara potranno tornare a seguire in pista i propri beniamini, è proprio la variante che porta il nome di uno dei piloti che hanno scritto la storia di Ferrari, campione del mondo di Formula 1 nel 1952 e 53. “Questa sequenza di curve è davvero impegnativa”, continua il due volte vincitore della 24 Ore di Le Mans, “con i cambi di direzione tra le curve che rendono importante mantenere un’alta velocità di percorrenza fino all’uscita perché ci attende il lungo rettifilo che porta alla Parabolica”.

Ultima insidia dell’autodromo lombardo è proprio questa lunga destra dal nome leggendario. “È una delle curve più veloci della pista”, conclude Serra. “Come in tutte le altre curve di questo impianto va curata l’uscita perché immette sul rettilineo principale che offre sempre opportunità di sorpasso. In qualifica, tuttavia, bisogna prestare particolare attenzione perché è uno dei pochi punti dove i piloti sono tenuti a rispettare i limiti del tracciato”.

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