Alfa RomeoDisegno di carrozzeriaProgettazione e design manuale

ESAME DISEGNO DI CARROZZERIA: pronta anche l’Alfa Romeo “33 Evo”

Microsoft Word - relazione tecnica disegno di carrozeria
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Facoltà di Ingegneria di Modena
Corso di Laurea in Ingegneria del Veicolo
RELAZIONE TECNICA DI
DISEGNO DI
CARROZZERIA
Prof. Fabrizio Ferrari
“ 33 EVO ”
fia-pia-sez4Microsoft Word - relazione tecnica disegno di carrozeria
Candidati:
Ivan Branchini
Pierpaolo Bergonzoni
Marco Cerlini
Fabio Ferri
Alessandro Valgimigli
Anno Accademico 2009/2010
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INTRODUZIONE
Il progetto che si andrà a presentare ha come obbiettivo la realizzazione di un nuova carrozzeria
partendo dalla piattaforma della Maserati MC12, che è una biposto coupè-spieder progettata e
realizzata principalmente per le corse.
Lo studio si è concentrato sulla scelta e sulla modifica di soluzioni tecniche per adattarla alle
normative di omologazione e ad alcune delle esigenze della guida “stradale”, con il target di
produrre una macchina “da sogno” super sportiva.
In onore del centenario della casa automobilista Alfa Romeo il disign della carrozzeria è stato
ispirato allo stile della celebre Alfa Romeo 33 stradale.
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Microsoft Word - relazione tecnica disegno di carrozeria
Il progetto che verrà presentato in questa relazione è stato realizzato sulla piattaforma della Maserati
Mc12.
La Maserati Mc12 è una vettura Gran Turismo, realizzata dal Gruppo Ferrari Maserati, in
venticinque unità nell’anno del suo debutto (2004), solo per ottenere l’omologazione e la possibilità
di partecipare al campionato FIA GT. Nell’anno successivo ne sono stati realizzati altri venticinque
esemplari, portando ad un totale di cinquanta unità prodotte.
Essendo pensata prettamente per le corse, è vettura molto estrema nella linea e nello stile, per
migliorarne l’efficienza aerodinamica ed ha elevate prestazioni.
SCHEDA TECNICA
Carrozzeria
Tipo Roadster con tettuccio rigido asportabile, due posti, motore posteriore centrale, trazione
posteriore.
Telaio
Scocca portante in carbonio e honeycomb di nomex con strutture anteriori e posteriori in alluminio.
Sospensioni
Anteriori: a quadrilateri articolati con schema push-rod; ammortizzatori monotaratura e molle
elicoidali coassiali.
Posteriori: a quadrilateri articolati con schema push-rod; ammortizzatori monotaratura e molle
elicoidali coassiali.
Cerchi 19” in lega leggera; anteriori 9J x 19, posteriori 13J x 19.
Pneumatici anteriori 245/35 ZR19, posteriori 345/35 ZR 19.
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Freni
Impianto Brembo a quattro dischi autoventilanti e forati. Anteriori 380 mm x 34 mm, posteriori 335
mm x 32 mm; pinze in lega leggera a sei pistoni anteriori e quattro posteriori a diametro
differenziato. Materiale d’attrito pastiglie: Pagid RS 4.2.1. Sistema antibloccaggio ABS Bosch 5.3 .
Ripartitore frenata a controllo elettronico (EBD).
Trasmissione
Cambio longitudinale posteriore rigidamente collegato al motore.
Trasmissione meccanica a 6 marce elettroattuata Cambiocorsa con comando di asservimento
idraulico gestito elettronicamente realizzato mediante leve a bilancere poste dietro al volante.
Frizione bidisco a secco da 215 mm di diametro, con parastrappi torsionali, comandata
idraulicamente.
Controllo di trazione ASR Bosch.
Motore
12 cilindri a V di 65°.
Distribuzione a due alberi a camme in testa per bancata azionati da cascata ingranaggi; quattro
valvole per cilindro comandate da bicchierini idraulici.
Lubrificazione motore a carter secco con pompe in unico gruppo.
Sistemi di accensione e di iniezione integrati Bosch, acceleratore a comando elettronico “drive by
wire”.
Peso: 232 kg
Cilindrata: 5998 cm3
Alesaggio: 92 mm
Corsa: 75,2 mm
Rapporto di compressione: 11,2:1
Potenza massima: 465 kW (630 CV)
Regime di potenza massima: 7500 giri/min
Coppia massima: 652 Nm (66,5 kgm)
Regime di coppia massima: 5500 giri/min
Regime massimo ammesso: 7700 giri/min
Dimensioni e Pesi
Lunghezza: 5143 mm
Larghezza: 2096 mm
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Altezza: 1205 mm
Passo: 2800 mm
Carreggiata anteriore: 1660 mm
Carreggiata posteriore: 1650 mm
Sbalzo anteriore: 1248 mm
Sbalzo posteriore: 1095 mm
Diametro di sterzata: 12 m
Capacità serbatoio: 115 l
Peso a secco: 1335 kg
Ripartizione: 41% ant. – 59% post.
Rapporto Peso / Potenza: 2.1 kg/CV
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2. 33 STRADALE
In occasione del centenario dell’Alfa Romeo si è voluto realizzare un progetto che ricordasse le
linee dell’Alfa 33 stradale.
La 33 stradale è stata realizzata nel 1967 sulla base della vettura da competizione, 33 corsa, di cui
ha mantenuto molte caratteristiche. Le principali differenze fra la versione stradale e quella da corsa
stanno nella carrozzeria, disegnata da Scaglione e realizzata in metallo anziché plastica, nel passo
che è stato allungato per migliorare l’abitabilità e nel motore che stato adattato all’uso stradale.
La 33 è una vettura che presenta diversi aspetti interessanti, come il telaio, che è originale come
disegno, ma ancor più per il materiale utilizzato per quell’epoca, il titanio. Questo rappresentava il
materiale base per il telaio, opportunamente saldato e conformato. Grazie all’utilizzo di tecnologie
aereonautiche per la costruzione del telaio e al motore da due litri, la 33 poteva raggiungere
prestazioni molto elevate per la sua epoca.
SCHEDA TECNICA
Carrozzeria
Coupè 2 porte, 2 posti, in alluminio con telaio indipendente
Telaio
A piattaforma ad “H”. Parte centrale in peraluman, estremità in fusione di magnesio. Triangolazione
di irrigidimento in titanio.
Sospensioni
Anteriori a ruote indipendenti con bracci trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici
telescopici, barra stabilizzatrice.
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Posteriori a ruote indipendenti con bracci trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici
telescopici, barra stabilizzatrice.
Freni
A disco sulle quattro ruote, doppio circuito
Trasmissione
Cambio a 6 marce più retro, di tipo in cascata con ingranaggi a denti dritti ed innesti a denti frontali
senza sincronizzatori, comando a leva centrale
Motore
8 cilindri a V di 90°.
2 valvole in testa per cilindro comandate da doppio asse a camme per bancata.
Lubrificazione a carter secco e radiatore olio, con una pompa di mandata e 2 di recupero.
Peso: 860kg
Cilindrata: 1995 cm3
Alesaggio: 78mm
Corsa: 52.2mm
Rapporto di compressione: 10:1
Potenza massima: 147kW (230cv)
Regime di potenza massima: 8800 giri/min
Dimensioni e Pesi
Lunghezza:3970mm
Larghezza: 1710mm
Altezza: 990mm
Passo: 2350mm
Ripartizione: 41% ant. – 59% post.
Rapporto Peso / Potenza:
gr_valgimigli_fianco-orig
3. PIANO DI LAVORO
Il lavoro è stato organizzato nel seguente modo:
• realizzazione di bozzetti a mano libera ;
• riproduzione del telaio e del layout meccanico della piattaforma su lucido;
• realizzazione del piano di forma della vettura;
I bozzetti a mano libera sono stati realizzati per definire la forma e la linea della vettura, e sono stati
create partendo dai contorni esterni ricavati dalle foto che ritraggono la MC12 in diverse posizioni; i
bozzetti disegnati sono i seguenti:
• Anteriore:
• Pianta:
• Fianco:
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• Posteriore:
• Tre quarti anteriore:
• Tre quarti posteriore:
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• Pianta in prospettiva:
• Posteriore dall’alto:
I bozzetti da cui si è preso maggior spunto sono i prospetti anteriore e posteriore, la pianta ed il
fianco.
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Il piano di forma permette la rappresentazione in due dimensioni, di una vettura che è in tre
dimensioni; le viste necessarie sono 4, rispettivamente sono i prospetti anteriore e posteriore, il
fianco e la pianta; inoltre per definire completamente lo sviluppo dell’auto è necessario realizzare
anche le sezioni che sono:
• Trasversali in loco sui prospetti anteriore e posteriore:per definire il profilo dell’auto;
• Trasversali ribaltate di 90° sul fianco: per definire il profilo dell’auto;
• Longitudinali in loco: per definire lo sviluppo del padiglione.
Di seguito si riportano il piano di forma completo e le varie viste che lo costiuiscono:
• Fianco, pianta, prospetto anteriore e posteriore
• Fianco, pianta
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• Prospetto posteriore, prospetto anteriore
• Sezioni trasversali e assiali
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• Sezioni trasversali riportate in loco sui due prospetti
gr_valgimigli_pianta-orig
4. REGOLAMENTAZIONE
La normativa, per l’omologazione di un’autovettura, specifica tutta una serie di valori da rispettare;
tuttavia per semplicità, di seguito si riportano solamente i valori che sono stati presi in
considerazione per la realizzazione del nostro progetto.
• Angolo di visibilità:
• normato sul fianco: è l’angolo compreso fra due linee uscenti dagli occhi, una
parallela alla linea di terra e l’altra tangente al punto più alto del cofano, questo
per normativa non può essere inferiore ai 7°.
• normato in pianta: bisogna tenere in considerazione due valori minimi di angoli.
Uno formato tra due linee uscenti dagli occhi, una orizzontale e altra che tocca
sinistro del parabrezza, che non deve essere inferiore di 15°, e l’altro angolo è
formato fra la stessa linea orizzontale e un’altra linea che tocca l’estremo destro
del parabrezza, che non deve essere inferiore ai 45°.
• Angolo di attacco: è l’angolo compreso tra la linea di terra e la linea passante per il punto di
contatto ruota anteriore suolo e tangente al punto più basso dello sbalzo anteriore della
vettura. Quest’angolo non deve essere inferiore a 7°
• Angolo di uscita: è l’angolo compreso tra la linea di terra e la linea passante per il punto di
contatto ruota posteriore suolo e tangente al punto più basso dello sbalzo posteriore delle
vettura. Quest’angolo non deve essere inferiore a 7°
• L’altezza minima da terra deve essere tale da poter fare passare, da una parte all’altra della
vettura, un blocchetto alto 120mm
• Oscar regolamentare: è un manichino rappresentante un uomo di altezza 1.78m (casco
compreso) di peso 75kg. La costruzione interna dell’abitacolo e il posizionamento della
seduta di oscar, e quindi la posizione del punto “H” (è il punto di intersezione tra una linea
che rappresenta il busto e una che rappresenta le gambe) deve essere tale che in caso di urto la
sua testa non incontri ostacoli fino al raggiungimento del volante.
• Prova del pendolo: serve per determinare l’altezza minima da terra della zona deformabile o
paraurto anteriore. Questa misura viene controllata per mezzo di un pendolo (una mazza),
incorporata, il quale ruotando, non deve colpire in nessun caso la carrozzeria sopra la zona
deformabile, la quale deve sopportare anche la prova di crash test. Per la normativa americana
tale misura non deve essere inferiore di 508mm partendo da terra.
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• Proiettori anteriori:si dividono in luci di posizione, anabbaglianti ed abbaglianti. Per quanto
riguarda le luci di posizione e gli abbaglianti non è prevista nessuna norma particolare,
devono solo rientrare nella sagoma del veicolo, mentre per quanto riguarda il posizionamento
degli anabbaglianti si ha una regolamentazione ben precisa. Devono essere posti ad un’altezza
minima da terra che di 500mm, e ad un’altezza massima di 1200mm; inoltre i bordi interni
degli stessi devono distare tra loro almeno 600mm, mentre quelli esterni non devono trovarsi
oltre 400mm dall’estremità laterale dell’autoveicolo.
Le scelte che sono state prese per quanto riguarda i vincoli normativi sul nostro progetto sono
riassunte nelle tabella seguente:
Carateristica Valore
Angolo di visibilità normato sul fianco 8°
Angolo di visibilità sul fianco 27°
Angolo di visibilità normato in pianta 28°
Angolo di visibilità sulla pianta 83°
Angolo di attacco 9°
Angolo di uscita 11°
Altezza minima da terra 125 mm
Inclinazione del busto di oscar 19°
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5. ANALISI DELLE SCELTE EFFETTUATE
Come precedentemente detto si è partiti dal layout della MC 12, quindi si sono mantenute inalterate
le seguenti dimensioni fondamentali: passo, carreggiata anteriore e posteriore.
Volendo mantenere inalterata la piattaforma della MC12, con lo scopo di minimizzare i costi di
realizzazione del progetto, si è cambiato il minimo indispensabile. Di seguito vengono analizzati in
dettaglio le scelte e i conseguenti interveti apportati.
4.1. Posizionamento del manichino regolamentare “Oscar”
Nella Maserati MC12 il corpo del pilota è disposto in posizione molto sdraiata ed “infossata”, la
quale contrasta con i limiti di inclinazione e visibilità presenti nelle normative.
Per rendere omologabile la nostra vettura è stato riposizionato il punto H, cioè lo snodo
rappresentante l’articolazione umana presente tra bacino e femore; in particolare è stato arretrato ed
alzato rispetto all’originale ed è visibile sul disegno alle seguenti coordinate (espresse in scala 1:5):
x = 251 mm (rispetto al centro ruota anteriore)
z = 34 mm (dal bordo inferiore della vettura)
La quota in y non è stata variata in quanto lo spazio in larghezza all’interno dell’abitacolo non ha
subito modifiche ed i sedili per pilota e passeggero sono stati mantenuti alla stessa distanza tra loro.
Grazie a questi accorgimenti siamo riusciti nell’intento di rispettare le normative riguardante
direttamente ed indirettamente “Oscar”, quali l’angolo di inclinazione del busto (19°) per una più
ergonomica seduta del pilota, gli angoli di visibilità inferiore e laterali e la possibilità, in un urto
frontale, che la testa del manichino riesca a compiere una rotazione completa raggiungendo il
volante della vettura senza impattare contro altri ostacoli. Il raggiungimento di tutti i target dettati
dalle normative con il solo oculato posizionamento del punto H ci ha permesso di mantenere il
telaio originale, senza variare in alcun modo le dimensioni e disposizioni il parabrezza, montante e
attacco porte: tutto ciò, in un ottica futura di possibile realizzazione del prototipo, permetterebbe
l’uso diretto del telaio MC12 senza modifiche, limitando i costi dell’operazione almeno
relativamente a questo ambito.
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4.2. Camber ruote ed altezza minima da terra
La piattaforma utilizzata come base di partenza per l’elaborato si riferiva alla vettura da corsa la
quale, dovendo percorrere solo ed esclusivamente piste e tracciati, viene dotata di camberatura
adeguata all’uso specifico. Per un uso stradale della vettura una camberatura notevole è però inutile,
in quanto non si avrà quasi mai una richiesta di aderenza laterale come in pista, ed in più causerebbe
una usura precoce del battistrada del pneumatico. Abbiamo quindi provveduto ad annullare l’angolo
di camber su entrambi gli assali, anche se in un’auto reale un minimo di camber andrebbe
comunque realizzato.
Inoltre si è provveduto ad alzare la vettura da terra, mettendo i due assali alla stessa altezza, per
poter rispettare un’altezza minima dettata dalle normative di 120 millimetri (in scala 1:1); visto che
la MC12 da corsa presentava una altezza dal suolo inferiore a questo valore ed in particolare era più
bassa nella zona anteriore rispetto alla posteriore, si è portato il fondo vettura orizzontale e ad una
altezza da terra di 125 mm così da avere un minimo di margine e senza snaturare l’aspetto filante
dell’auto.
4.3. Sbalzo anteriore e posteriore
La vettura Maserati MC12 è caratterizzata da un disegno di carrozzeria realizzato quasi
esclusivamente per fini aerodinamici e presenta un “muso” ed una “coda” di generose dimensioni;
poiché il nostro progetto si rifà alla Alfa Romeo 33 stradale, è stato necessario adottare una “coda”
più corta per riprenderne lo stile ed ottenere una linea a nostro avviso più piacevole. Questo è stato
reso possibile dal fatto che l’unica parte meccanica a sbalzo rispetto all’asse posteriore è l’insieme
cambio-differenziale, quindi è stato possibile realizzare una carrozzeria con sbalzo posteriore
limitato pur mantenendo coperti gli organi meccanici; grazie ad una “coda” non molto sviluppata è
stato facile ottenere un angolo di uscita superiore al limite imposto dalle normative.
Per quanto riguarda la zona anteriore dell’auto, le dimensioni sono rimaste simili alle originali
anche se sono variate le geometrie per ragioni stilistiche; inoltre occorre rispettare l’angolo di
attacco, quindi la zona inferiore del muso è stata tracciata tenendone conto. In questo modo si sono
ottenuti gli sbalzi anteriori e posteriori visibili nella tabella precedente.
4.4. Radiatori anteriori per liquido refrigerante
Sulla MC12 i radiatori per liquido refrigerante sono due e posizionati simmetricamente ai lati di un
telaietto anteriore costruito per il supporto degli stessi. I radiatori, essendo quelli di un’auto
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supersportiva, sono disposti molto orizzontali assumendo, per minimizzare il Cx, che la vettura
viaggi mediamente a velocità sostenuta e garantisca il necessario afflusso di aria.
La vettura che andremo a realizzare invece, dovendo essere immatricolata come automobile in
categoria M1, deve essere pensata per un utilizzo giornaliero e quindi vi è la possibilità che l’auto si
trovi a circolare in mezzo al traffico cittadino o addirittura ferma in colonna al semaforo; in questi
casi non si può certo pensare che l’aria che attraversa i radiatori spinta dalla velocità di
avanzamento della macchina sia necessaria al corretto raffreddamento del motore. Dovremo
considerare che buona parte del flusso d’aria in certe condizioni di funzionamento arrivi dalle
ventole, poste dietro al radiatore; queste non garantiscono una buona aspirazione di aria fresca se i
radiatori sono disposti molto orizzontali. Proprio per ovviare a questo problema abbiamo deciso di
intervenire, rendendo più verticali i radiatori e modificando il telaietto di supporto per abbassarli
verso il fondo vettura, dando la possibilità di disegnare ugualmente una linea di carrozzeria
dell’anteriore filante e proporzionata con il resto della vettura.
E’ bene notare che questa modifica al layout originale della piattaforma non influisce
eccessivamente sui costi di produzione in quanto si è variato solo un telaietto che è realizzato a
parte e montato successivamente sul telaio dell’auto.
4.5. Gruppo ottico anteriore
L’auto è dotata di un gruppo ottico che comprende un faro singolo in grado di proiettare luce
anabbagliante ed abbagliante, una lampada per la freccia e una per la luce di posizione. La
grandezza del faro anabbagliante/abbagliante è stata rilevata dalle regolamentazioni tecniche, in
quanto è questo un dispositivo obbligatorio su tutti i veicoli che intendono essere omologati come
stradali.
La disposizione della parabola è tale da rispettare le normative, quindi si sono seguiti i vincoli su
altezze minime e massime e larghezze minime e massime; inoltre abbiamo considerato anche
l’impatto frontale con il pendolo regolamentare, il quale non deve intaccare parti mobili e luci
obbligatorie.
4.6. Gruppo ottico posteriore
Non vi sono limiti normativi particolari per questo gruppo ottico, quindi si è potuto realizzare un
disegno e una disposizione più a favore dello stile complessivo della vettura; in più, essendo le luci
posteriori tutte a led, hanno un ingombro minimo in profondità e non pregiudicano la loro
interferenza con altre strutture della zona posteriore.
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4.7. Prese e sfoghi d’aria motore
Nella Maserati MC12 le prese d’aria motore sono tre: due laterali, e una centrare posta sopra al tetto
(snorkel). Visto che il nostro progetto vuole essere un richiamo di stile alla Alfa 33, che non
presenta lo snorkel, si è deciso di realizzare solo due prese laterali con una maggiore superficie di
ingresso d’aria rispetto a quelle presenti nella MC12.
Lo snorkel, nella Maserati Mc12 è intergrato nella piattaforma e quindi essendo una parte strutturale
non è possibile rimuoverla; ne consegue che lo snorkel è stato inglobato dalla parte superiore della
carrozzeria.
Si sono pensati a due tipi di sfoghi d’aria, uno dinamico e uno statico. Gli sfoghi d’aria dinamici
sono stati realizzati attraverso due aperture poste sotto ai fanali nel posteriore della vettura, mentre
gli sfoghi statici sono garanti per mezzo di feritoie poste sul lunotto posteriore.
4.8. Finestrini laterali
Per la realizzazione dei finestrini laterali si sono considerati due aspetti, uno funzionale ed uno
estetico.
Da un punto di vista funzionale il finestrino deve essere in grado poter scende completamente
all’interno della porta senza trovare interferenze dovute alla dimensioni della porta; per questo
motivo si è deciso di suddividere il finestrino in due parti, un deflettore fisso e la parte centrale che
scende.
Dal punto di vista estetico si è deciso di non fare vedere, all’atto dell’apertura del vetro e della
porta, il montante originale del telaio e quindi è stata realizzata la linea superiore del finestrino
partendo dalla linea inferiore del montante; inoltre è stato aggiunto un finestrino, che sarà oscurato,
per continuare la linea di quello principale e dare slancio alla linea dell’auto.
4.9. Prese e sfoghi dell’aria per i radiatori anteriori e posteriori
Le prese d’aria anteriori, insieme allo scudo centrale, sono stati realizzati in modo tale da
richiamare il più possibile lo stile caratteristico del frontale della Alfa a tre lobi.
Gli sfoghi dell’aria calda sono stati realizzati sul cofano anteriore e posizionati in modo tale da
favorire l’uscita d’aria senza compromettere troppo i flussi d’aria che investono la vettura.
Sul fianco della vettura, sotto alle prese d’aria per l’aspirazione del motore, sono state realizzate
altre due aperture per consentire il raffreddamento dei radiatori relativi al circuito dell’olio motore.
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I rispettivi sfoghi, sono stati realizzati nella parte posteriore dell’auto, cercando di richiamare le
aperture presenti anche su alcune versioni della 33. Inoltre essendo di grandi dimensioni aiutano lo
smaltimento del calore generato all’interno del vano motore.
4.10. Posteriore
Anche nella parte posteriore è stato richiamato la figura trilobata tipica delle Alfa, in particolare la
parte centrale a forma di triangolo ospita gli scarichi, mentre le parti laterali costituiscono la parte
alta del diffusore, introdotto per aumentare l’effetto suolo della vettura.
Per conferire una buona stabilità alle elevate velocità è stato inserito un alettone che è integrato
nella carrozzeria in modo tale da non sporcare la linea dell’auto e per seguire lo stile della 33.
Da un punto di vista aerodinamico è stato sfruttato il principio del boat tailing, che consiste nella
rastrematura sia in altezza che in larghezza consentendo di ridurre l’apporto energetico della scia e
diminuire la resistenza aerodinamica.
4.11. Meccanismi di apertura anteriore e posteriore
Il tipo di apertura adottata per il cofano anteriore è stata vincolata dal posizionamento delle cerniere
e dalla prova del pendolo, e quindi si è realizzato un cofano con un estensione tale da rispettare
l’altezza minima consentita da tale prova; le cerniere sono state posizionate vicino al curvano
permettendo un’apertura classica.
Per quanto riguarda l’apertura per l’accesso al vano motore è stata ottenuta sfruttando il lunotto
posteriore, che è stato ingrandito rispetto a quello della MC12 ,garantendo quindi anche una
migliore visibilità posteriore, e le relative cerniere sono state poste sul rollbar.
Gli attacchi porta per l’apertura delle portiere sono rimasti invariati. L’apertura delle portiere
avviene attraverso un meccanismo elettrico azionabile tramite il telecomando che contiene anche la
chiave per l’accensione della macchina.
4.12. Vano bagagli
Dovendo rispettare i requisiti di prestazioni e di estetica, il vano bagagli risulterà di piccolo volume
anche perché l’unico spazio disponibile è sotto al cofano anteriore in posizione centrale, con una
capienza poco superiore al volume di una valigia 24 ore.
Non essendo però un auto per lunghi viaggi, ma un auto che è possibile usare nel tragitto casa –
lavoro , questa scelta è giustificata.
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4.13. Cerchi
I cerchi utilizzati sono da 19 pollici sia all’anteriore che al posteriore, con un disegno classico che
richiama al quadrifoglio,simbolo tipico dell’Alfa Romeo.
4.14. Specchietti retrovisori
Si è deciso, per migliorare l’efficienza aerodinamica e l’estetica della vettura, di eliminare gli
specchietti (previsti nella prima fase del progetto). La loro funzione è svolta da due telecamere
poste all’interno della parte superiore degli sfoghi d’aria posteriori.

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4 commenti

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