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Tutto pronto per la presentazione di una nuova tesi di Laurea in Ingegneria del Veicolo

In questo caso, una concept car virtuale, dedicata a Maserati, dove il candidato, Alessandro Chianchiano, sotto la supervisione del prof. Francesco Leali e del designer Fabrizio Ferrari, ha sviluppato un inedito meccanismo di apertura a scomparsa del tettuccio, denominato “AHR” (Active Hidden Roof).

Prevista la presentazione per la sessione di Laurea della Magistrale di Ingegneria del Veicolo, al DIEF (Dipartimentnto di Ingegneria “Enzo Ferrari”) dell’Università di Modena, il prossimo 7 dicembre.

Di seguito, pubblichiamo direttamente l’abstract:

L’obiettivo principale di questo lavoro è la progettazione di un modello di concept car, partendo da un layout e una piattaforma esistenti, con un innovativo sistema di movimentazione e scomparsa del padiglione in maniera totalmente automatizzata.
Lo sviluppo dell’attività progettuale segue le tre fasi del processo di progettazione proposto da Pahl e Beitz:
La prima fase, detta Task Clarification, comprende la definizione delle specifiche del progetto attraverso l’identificazione delle caratteristiche e dei vincoli. Nel caso in esame ciò comprende l’identificazione del target di mercato, dei competitors e dello stato dell’arte delle tecnologie simili già presenti sul mercato, individuandone pregi e difetti e identificando le esigenze richieste dal mercato. Sempre in questa fase si vanno ad identificare anche tutte le normative a cui il nuovo prodotto dovrà sottostare per la realizzazione.
La seconda fase, denominata Conceptual Design, prevede lo sviluppo delle molteplici possibili soluzioni concettuali volte a risolvere il problema. È in questo momento che viene effettuato uno studio sul marchio e sul family feeling dell’azienda alla quale apparterrà il prodotto. Da tale studio nasceranno i primi bozzetti di stile, il primo passo verso la realizzazione di un nuovo modello di autoveicolo. Di pari passo con lo sviluppo dei bozzetti prosegui lo studio del layout tecnico di base, individuando quindi i vincoli e gli ingombri di massima per lo sviluppo della soluzione, ponendo le basi per la scelta di progetto da portare avanti nella fase successiva.
La terza fase è definita Embodiment Design e prevede lo sviluppo delle soluzioni identificate durante la fase di Conceptual Design, perfezionandole seguendo le
problematiche di carattere tecnico che potrebbero nascere durante la progettazione e arrivando ad identificare la soluzione ottimale che verrà poi portata avanti nel progetto.
In questa fase dai bozzetti di stile su carta si passa alla realizzazione di un modello 3D, che permette una valutazione più efficace della fattibilità e del risultato della
soluzione, ponendo l’attenzione sia sulla funzionalità che sul lato stilistico, facendo in modo che la forma non sia semplicemente fine a se stessa ma segua sempre la funzione, trasformando una difficoltà realizzativa in una nuova possibilità stilistica.
Il modello di Pahl e Beitz prevedrebbe una quarta fase, il Detail Design, dove si entrerebbe nel dettaglio del progetto tramite la realizzazione dei disegni e della documentazione necessaria alla realizzazione del nuovo prodotto. Nel caso in esame, trattandosi di un concept funzionale e non di un concept pre-serie, questa fase potrebbe al più comprendere la realizzazione di un modello fisico in scala 1:5 che permetterebbe di valutare in modo più approfondito l’impatto stilistico della soluzione e i possibili sviluppi necessari all’ingegnerizzazione del prodotto.

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